mercoledì 11 gennaio 2012

creanza


leggo, ringrazio e riporto dal commento odierno della Spinelli su Repubblica (link):

[...] Lasciare che i consumi si spostino dal futuro al presente (dunque pesare sulle generazioni a venire) significa ridurre gli investimenti e consumare oggi. È il percorso contrario che va imboccato: investendo sulle produzioni utili nel futuro, consumabili in modi nuovi da figli e nipoti.
Anche questa è rivoluzione della dignità. È onorare chi viene, e non ha ancora voce né rappresentanza. È meno remunerativo nell'immediato, non porta voti ai partiti che vivono solo per il breve termine (cioè per i mercati) e ignorano il nuovo spazio pubblico che è l'Europa; ma nel lungo periodo apre speranze. È giudicare quello che abbiamo e facciamo  -  terra, clima, politica  -  alla luce delle parole di Alce Nero, il capo Sioux: "La terra non l'ereditiamo dai nostri padri, ma l'abbiamo in prestito dai nostri figli".

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